Questo articolo è un follow up di Una Strana Commissione Elettorale – Parte I
Nella prima parte di questa storia eravamo giunti alla proposta di ricorso fatta dalla Commissione Elettorale a due dei candidati il giorno 15 marzo 2024. Era un venerdì pomeriggio e nel fine settimana Vincenzo Capasso decise di rimediare i contatti degli altri due candidati per parlargli. Si accorda con loro per la preparazione di un ricorso da presentare il successivo lunedì, 18 marzo, tutti insieme.
Un ricorso… inclusivo
Quando mi hanno raccontato questa storia mi ha incuriosito il motivo per cui Capasso e Di Nardo decisero di contattare ed informare anche Musella per unirsi in un ricorso “collettivo”, anche a dispetto di quello che gli era stato detto. Non era tanto per il fatto se si conoscessero o meno, ma quanto e soprattutto perché si era verificata una situazione che credo in molti avrebbero cavalcato considerandola come un’opportunità: a loro era andata bene e un candidato in meno significa comunque più possibilità di prendere voti per chi resta.
Ora non vorrei sembrare melenso e caricare di eccessivo romanticismo la cosa, non rientra affatto nel mio stile, ma devo dire che la risposta che mi diedero mi piacque. Una risposta che parlava di uguaglianza, di opportunità per tutti e di coerenza con quello che si proponevano di fare. Non ricordo precisamente le parole, ma credo di non tradire la loro sostanza dicendo che riguardava il fatto che non avrebbe avuto senso proporsi come rappresentanti degli studenti e poi iniziare proprio sfruttando un’evidente ingiustizia ai danni di uno studente.
Tornando invece agli avvenimenti, tutti e tre i candidati respinti presentarono alla Commissione Elettorale i rispettivi ricorsi, abbastanza simili tra loro, il giorno 18 marzo debitamente protocollati (Prot. 1996, Prot. 1997, Prot. 1998).
Dal quel momento c’era solo da attendere che la Commissione Elettorale si pronunciasse sulle decisioni prese dopo aver analizzato i documenti inviati dai candidati, cosa che sarebbe avvenuta il giorno 20 marzo 2024 come da Decreto del Direttore.
Una decisione… esclusiva
Il 21 marzo 2024 viene pubblicato il verbale della Commissione Elettorale con l’esito dei ricorsi (Prot. 2137). Sui tre ricorsi giunti due vengono accettati, uno invece, come preannunciato, no. Se qualcuno si fosse trovato, in un qualunque momento di quella mattina, a passare per il primo piano del nostro Istituto, avrà molto probabilmente sentito grida e discussioni chiassose provenire dal corridoio della Presidenza.
I tre candidati (Capasso, Di Nardo, Musella), per diverse ore (e non esagero), si trovano a discutere con alcuni membri della Commissione Elettorale riguardo le decisioni sui ricorsi, l’atmosfera si scalda subito e non senza ragioni da parte dei candidati. Risparmiando i dettagli della discussione, a tratti davvero pittoreschi e che potranno essere richiesti agli interessati, il punto della discussione era che nel verbale non c’era traccia della minima motivazione per cui tre ricorsi analoghi, fatti per gli stessi motivi, siano stati trattati in maniera così differente.
In effetti, leggendo il verbale è proprio così. Oltre il fatto di essersi riuniti nuovamente in cinque invece che in tre come invece previsto, le uniche informazioni attinenti che si ricavano sono che la Commissione riceve i tre ricorsi e che mettendoli ai voti emergono i risultati riportati di seguito:
Ricorso di Vincenzo Capasso | Accolto con 5 voti su 5 |
Ricorso di Vincenza Di Nardo | Accolto con 5 voti su 5 |
Ricorso di Davide Musella | NON accolto con 4 voti su 5 |
Facciamo attenzione ad un paio di cose e prendiamone nota, ci serviranno per il resto della lettura e per successive valutazioni del lettore, se vorrà farle.
Innanzitutto, dal verbale possiamo desumere che i tre ricorsi giunti non abbiano vizi di forma e che quindi siano validi e completi. Diversamente si sarebbe evidenziata la cosa e non si sarebbe messo ai voti un ricorso non valido. Inoltre vediamo che nella Commissione emerge una voce fuori dal coro riguardo il ricorso di Musella, qualcuno che – probabilmente riconoscendo l’equivalenza nella situazione tra i tre ricorsi – lo accoglie, contro altri quattro a sfavore.
Le mutanti motivazioni di un rifiuto
Tornando a quella mattina di accese discussioni del 21 marzo, alle richieste di motivazioni per il rifiuto del ricorso di Musella, i candidati ricevono una risposta che come un virus cambia ogni volta che viene messa in crisi. I membri della Commissione spaziano dal fatto che l’errore commesso da Musella sia più grave (sic!) di quello commesso dagli altri per poi spostarsi sul fatto che la Commissione Elettorale non deve rispondere a nessuno del suo operato (sic!), fino ad arrivare a tirare in ballo qualcosa come la privacy del pensiero dei membri (sic!), che quindi non può essere reso pubblico.
Davanti a cose del genere è comprensibile che qualcuno possa sentirsi preso in giro e l’escandescenza può diventare davvero questione di un attimo. Fortunatamente l’aggiungersi progressivo di docenti al drappello in discussione smorza i toni e il risolutivo arrivo del Direttore dopo un po’, li spegne definitivamente: la Commissione Elettorale è invitata a produrre quelle che vengono definite le necessarie motivazioni del rifiuto del ricorso di Musella, i tre candidati in protesta protocollano formale richiesta in merito alla Commissione (Prot. 2141) che si ritira per formulare le motivazioni del rifiuto.
Motivazioni? Quali motivazioni?
Il 22 marzo 2024 la Commissione Elettorale pubblica il verbale relativo alla seduta del giorno precedente (Prot. 2178). Non si parla più di motivazioni, non ce n’è bisogno, perché “Hey, c’eravamo sbagliati, Musella è ok amico!”.
Nel verbale, redatto a penna e probabilmente in velocità, si perde la forma e non c’è più traccia dei partecipanti. Nel documento viene dichiarato che la Commissione ha erroneamente mancato di valutare “l’allegato di Cosimo Musella”. Non si sa di quale allegato si parli, a cosa sia allegato, non si sa perché mancando un allegato il ricorso sia stato votato ed una persona lo abbia anche accolto, non si sa perché meno di 24 ore prima si parlava di errori più gravi e di privacy mentre ora tutto è risolto. Ad ogni modo, smettiamo di farci troppe domande, ciò che conta e che Musella è perfettamente integrato nella lista dei candidati, giusto? Evviva!
Una domanda: ma perché tutto questo? Tutta questa energia, le discussioni, i malumori, tutto questo tempo perso da persone e istituzione per poi fare quello che era evidente e possibile fare all’inizio, senza alcuno sforzo ed in pace e ragionevolezza?
Quello che ho provato ad abbozzare e che appena emerge attraverso gli attori magari inconsapevoli di questo breve racconto è un sistema. O meglio il pallido riflesso di un organismo sociale durkheimiano e le sue dinamiche di difesa e conservazione.
Dinamiche che mio malgrado conosco bene. Sapevo che qualcosa del genere si sarebbe verificata e quando in tempi non sospetti espressi le mie perplessità a riguardo nel gruppo degli studenti non fu perché sono un mago. E questo dovrebbe almeno far riflettere. Tuttavia fatico sempre a spiegarmi il perché.
Nella mia esperienza in Consulta, credetemi, mi sono trovato decine e decine di volte in situazioni simili, e non sempre le cose finivano bene come in questo caso. Perché magari gli interessi dietro non erano semplici come quelli di uno studente che si candida, ma le dinamiche che si contrapponevano erano le medesime. Situazioni dove anche per fare un solo passo bisognava ingaggiare lotte sfibranti a colpi di buon senso e di logica, demolire ogni volta delle risposte, trovare la soluzione per mettere all’angolo l’assurdità di un sistema che non vuole vedere altro che le sue ragioni o convenienze, cieco e sordo verso il semplice buon senso e la logica allo stesso modo in cui è però cieco e obbediente soldato di un potere che sia gerarchicamente appena superiore al suo.
Io questo “perché” non l’ho mai trovato. Non lo vedo, forse proprio perché non mi appartiene.