Alle ore 16 del 27 febbraio 2024, su convocazione del Direttore, gli studenti si riuniscono in Assemblea per la costituzione della Commissione Elettorale a monte delle successive elezioni per la Consulta degli Studenti. Che le premesse per la stranezza ci fossero tutte, fin dall’inizio, era abbastanza chiaro. Almeno ai miei occhi.
Una strana presenza
La stranezza non era tanto perché la commissione, tra consiglieri e supplenti, apparve da subito eccessivamente omogenea ed uniforme, tra reciproche amicizie e gruppi di provenienza, ma soprattutto perché entrò a far parte dell’organo anche l’ex presidente della Consulta degli Studenti. Chiariamo meglio questo punto.
Parliamo di una persona che, diffidato e sfiduciato da tutti i consiglieri della Consulta per una sfilza di scorrettezze a suo carico, si ripresenta per presiedere le elezioni dello stesso organo da cui esce (da cui viene fatto decadere per la precisione) e nel quale non può più ricandidarsi: la cosa è quantomeno imbarazzante e sicuramente indignitosa, sia su un piano personale che istituzionale.
Ora sul fatto che dietro le azioni di una persona ci siano sempre convenienze non c’è da discutere, si tratta di uno dei capisaldi della psicologia. Che tra i candidati alla Consulta appaia qualche sponsorizzazione dell’ex della Consulta pure è una certezza. Iniziate a vedere anche voi qualcosa di strano? Qualcosa che forse sarebbe stato opportuno evitare? È solo l’inizio.
Una strana riunione
Il giorno 15 marzo 2024 la Commissione Elettorale si riunisce per analizzare e valutare l’idoneità delle candidature pervenute, il risultato di quella riunione viene riassunto nel verbale pubblicato con Prot. 1975 sul sito del Conservatorio.
Nel verbale, sulle sei candidature pervenute, tre vengono dichiarate idonee e altre tre no, specificandone naturalmente i motivi. Adesso attenzione, il numero minimo di componenti della Consulta è pari a 5, pertanto nella situazione occorsa, con tre soli candidati, l’organo non può costituirsi. La cosa logica e lecita da fare a quel punto sarebbe stata di ripetere l’intero iter di raccolta di candidature o magari prorogare il termine di invio delle candidature stesse a seguito di questa singolare situazione. Queste cose non vennero fatte, ma c’è dell’altro.
Guardando il verbale, ben nascosta sotto gli occhi di tutti, c’è un’’irregolarità nella riunione grossa quanto una casa. I membri della Commissione, infatti, ignorando completamente il regolamento dell’organo stesso si sono riuniti in cinque invece che in tre, convocando e chiamando a decidere anche i due supplenti, che non hanno di fatto diritto di partecipazione essendo convocati solo in caso di assenze (Art. 4 Regolamento Elettorale). Evidentemente c’era bisogno di tutto l’aiuto possibile per delle decisioni sofferte.
Ci troviamo in una di quelle situazioni al limite del paradosso spazio–temporale, sull’orlo di un buco nero, avvolti dal “sottosopra” di Stranger Things: un gruppo di persone che si riunisce senza rispettare un regolamento che va a dire ad altre persone che le loro richieste non rispettano un regolamento. Queste cose mi fanno sballare!
Nel Sottosopra
In questa tragicomica situazione, volendo essere fiscali, il verbale sarebbe dovuto essere dichiarato nullo e la Commissione Elettorale cambiata per inadempienza verso un compito che andava espletato entro un termine ormai prescritto.
Ora non fraintendetemi, dei piccoli errori di forma possono capitare a tutti, e io stesso non sono per la rigidità e la fiscalità ad ogni costo, specialmente per questioni pratiche come quelle che stiamo descrivendo, che non sono evidentemente affari di stato. A patto però che l’uscire fuori dalla fiscalità mantenga un principio di eguaglianza per tutti e non venga usato per forzare direzioni o creare squilibri e vantaggi esclusivi.
Quindi posso comprendere il fatto che si decise di lasciare le cose così com’erano. D’altra parte rifare tutto da capo sarebbe stata solo una perdita di tempo a danno di tutti, anche perché, in sostanza, il risultato finale non sarebbe cambiato: la Commissione Elettorale sarebbe stata la stessa, così come le candidature presentate, questa volta tutte corrette. Resta però solo un piccolissimo problema, la Consulta non può formarsi con tre soli componenti. E allora cosa si fa?
E allora, una volta accettato l’abbandono della fiscalità e volendo lasciare le cose così come sono, la cosa più pratica da fare sarebbe forse stata, anche in questo caso, decretare una proroga per l’invio delle candidature: in questo modo tutto si sarebbe risolto riuscendo anche in qualche modo a salvare la forma.
La cosa si fece? Naturalmente no, altrimenti il titolo di questo articolo sarebbe probabilmente stato qualcosa del tipo: “Una un po’ Strana Commissione Elettorale” e avrebbe avuto solo una parte.
Una strana proposta
Nella stessa giornata del 15 marzo 2024, subito dopo la pubblicazione del verbale, il Presidente della Commissione Elettorale contatta separatamente solo due dei tre candidati esclusi: Vincenzo Capasso e Vincenza Di Nardo.
Detta in breve e risparmiandoci dettagli che potrebbero distrarci troppo dal punto, ai candidati viene proposto di fare ricorso al rifiuto della loro candidatura, dicendo che basterà correggerle e inviarle nuovamente e che la Commissione Elettorale accetterà le loro candidature come valide. Ma solo le loro. L’eventuale ricorso del terzo candidato, Davide Musella, infatti, non verrà accettato in quanto il ragazzo si sarebbe macchiato di un errore più grave di quello commesso da loro.
Dopo aver riso leggendo l’ultimo periodo e prima di avviarci alla conclusione di questa parte della vicenda, vorrei invitarvi ad alcune riflessioni.
Abbiamo deciso di muoverci fuori dalla fiscalità, quindi sorvoliamo sul fatto che il Presidente di una Commissione chiami di sua iniziativa personale i candidati per dirgli cosa fare, ma perché solo due e non tutti e tre?
Cosa significa che un errore fatto nella presentazione di una candidatura è più grave di un altro? Esiste una definizione in merito o un gradiente di errore nel Regolamento Elettorale? No! Non esiste e se pure esistesse spiegatemi un attimo che facciamo allora! Entriamo e usciamo dalla fiscalità a convenienza? Questo Regolamento lo prendiamo e lo posiamo apparentemente a caso?
Un errore di forma è un errore di forma, anche il ricorso non ha senso in questo caso, puoi decidere di non accettare gli errori e allora rifai tutto da capo perché ti trovi con tre soli candidati o proroghi il termine per l’invio delle candidature, ma se per qualunque motivo ne accetti uno, allora li accetti tutti.
Ricordate quella cosa sulla fiscalità e il fatto che si rispetti un principio di eguaglianza per tutti e non venga usato per forzare direzioni o creare squilibri e vantaggi esclusivi? Mi pare che qui qualcuno vada in svantaggio invece.
Ma ancora una volta, perché inventarsi questo strano e soggettivo principio d’errore che ne prende due e ne esclude uno? Beh, di questo magari ne parleremo nella seconda parte, ma io ho il vago sospetto che la questione sia algebrica, più specificamente aritmetica: perché 5 può essere scritto come 3+2 e 3 è maggiore di 2.
Nella prossima parte vedremo come questi tre candidati si sono conosciuti ed hanno agito unendosi. Tra le tante stranezze di questa vicenda ci troveremo per la prima volta di fronte a qualcosa che invece è molto chiara e trasparente, qualcosa che parla di unione, altruismo e inclusione.
Questo articolo ha un follow up: Una Strana Commissione Elettorale – Parte II